Fontana di Campo de' Fiori - ROMACITTAETERNA

Vai ai contenuti
Roma Medievale > Monumenti > Fontane Parione

Fontana di Campo dè Fiori


Dove e Collocata:

 
 

Piazza Campo dè Fiori

Zona:

 
 

Parione

Autore:

 
 

Anonimo (1887)

Committente:

 
 

Comune di Roma


Nel 1887, quando si volle erigere in piazza di Campo dei Fiori, proprio nel punto nel quale arse il rogo, la statua di Giordano Bruno, opera di Ettore Ferrari, bisognò rimuovere la originale fontana che Gregorio XIII — come ho detto a suo tempo — vi aveva fatto costruire: la popolarissima Terrina, ora trasferita dinnanzi alla chiesa dei Filippini, al Corso Vittorio Emanuele.
In quello stesso anno si pensò di collocare in un altro punto della piazza, nel fondo, alla inserzione di piazza della Cancelleria, una nuova fontana, riproduzione di quella di Papa Boncompagni.
La fontana attuale di Campo dei Fiori riproduce, infatti, la parte
inferiore della Terrina, senza il coperchio: dal centro di questa tazza scoperta, elissoidale e quadrilobata, si innalza un bel pennacchio di acqua, che ricade in una grande vasca sottostante — della stessa forma — di bel granito levigato a lucido.
Intorno a questa fontana si stringono ogni giorno, all'ora del mercato, le ceste delle frutta e dei fiori, che la avvolgono come in un nimbo festoso di colori e di profumi. Mentre dal centro della piazza, sul suo alto basamento, la figura austera del frate nolano, drappeggiata nelle ricadenti pieghe della cocolla, vigila cupa e taciturna sulla rumorosa ressa delle bancarelle, il vocìo incessante dei venditori e dei com¬pratori. Onde sembra opportuno osservare che se il lontano e sorpassatissimo secolo XIX fu proprio « il secolo divinato » da Giordano Bruno, come dettò Giovanni Bovio per l'epigrafe, il rogo che arse le sue carni fu martirio sproporzionato davvero al compenso che doveva riserbargli la storia.
Per tornare alla nuova fontana, fatta erigere dal Comune nel 1898 per ricordare in qualche modo quella che era stata rimossa, soggiungerò che essa è alimentata dall'acqua Paola, che zampilla alta dal centro della Terrina scoperchiata, e che non ricade più a traverso quattro buchi, ma si riversa abbondante dal labbro, per cadere nel vascone sottostante. E poiché l'acqua Paola può sollevarsi a maggiori altezze, giustamente osservava l'ing. Bonfiglietti in una sua arguta nota comparsa nel « Piccolo » del 18 ottobre 1924, che era inutile snaturare come si è fatto l'idea originale della fontana gregoriana.


Torna ai contenuti