RIONE XVI Ludovisi
Origine Araldica
Il Rione Ludovisi prende il nome dal cardinale Ludovico Ludovisi, nipote di Gregorio XV in quanto si sviluppò principalmente dalle sue proprietà.
Se vogliamo renderci conto della rapidità del processo urbanistico avvenuto in meno di un secolo, tra l'Ottocento e il Novecento, in Ro dobbiamo prendere in considerazione quello del rione Ludovisi, che conserva il nome del nipote di Gregorio xv, il cardinale Ludovi Ludovisi, sulle cui proprietà è sorto e si è sviluppato. Semplice è la sua storia. Nell'anti Roma era una zona fuori della città, senza importanti edifici, ma cosparsa di tombe. Solo al termine della repubblica sorsero ville famose fra cui quella di Lucio Licinio Lucullo (Horti Luculliani) costruita dopo il 63 a.C. con una serie di terrazze e di rampe terminanti con un emiciclo porticato.
Dovremmo citare anche la villa di Sallustio, ma questa era nella zona oggi appartenente al rione Sallustiano. Le truppe di Alarico distrus nel 410 d.C. le due ville. Dopo secoli di abbandono, la zona fu resa abi per volontà di Sisto v (1585-1590), che ripristinò l'acquedotto e incoraggiò il formarsi di orti e di proprietà terriere. Nel Seicento fu proprio il cardinale Ludovico Ludovisi, uomo tanto facoltoso quanto colto, a creare un vasto complesso immobiliare risultante dall'acquisto delle vigne di Francesco Del Nero, di Leonora Cavalcanti (zona di Porta Pinciana), di Gio Antonio Orsini (zona fra via Veneto e via Marche) e dei frati carmelitani di S. Maria in Traspontina.
Vari scrittori hanno espresso la loro ammira per questa grande villa adorna di statue, con sentieri fiancheggiati da cipressi, con edifi dalle sale cosparse di pitture. Nell'Ottocen inoltre, i Ludovisi annetterono le proprietà dei Verospi-Belloni e Borioni. La grazia e la grandezza dei casini, del museo, del palazzo e della galleria colpirono il Goethe, lo Stendhal, l'Elliot, il Gogol e il Taine. Purtroppo, alla fine dell'Ottocento, i Ludovisi cedettero il vasto im alla «Società generale immobiliare di lavori di utilità pubblica ed agricola». Si firma la convenzione per il nuovo rione, il Ludovisi, e a mano a mano si abbattono alberi secolari per aprire strade pubbliche, si distruggono in boschi e si tolgono famose statue. La via Boncompagni ed altre divengono aree di pub circolazione. La stampa e i cultori di Ro protestarono vivamente presso il Comune, ma fu risposto che in una città divenuta capita occorreva una radicale trasformazione, sa la proprietà privata all'utilità pub Da questo momento (1886-1890) sorgono palazzine aggraziate e grandi case di abitazione borghese modeste, ma dignitose, anche se per taluni in forme banali.
Il Ludovisi è da considerarsi un rione di espan al di fuori del vecchio nucleo storico, sca da convenzioni di grandi imprese legate a gruppi finanziari. «Tale sistema» — osserva Mario Zocca — «si dimostrò dannoso per la tutela ambientale e per la stessa economia ge perché conteneva i germi che portarono alla crisi edilizia intorno al 1890». L'esempio eloquente ne fu il nostro rione iniziato dalla Compagnia fondiaria e poi dalla Società gene immobiliare. Si congiunse piazza Barberi con porta Pinciana, creando via Veneto (poi, nel 1918, via Vittorio Veneto). Altre vie furono intitolate alle regioni d'Italia disposte a scacchiera. Connesso al sorgere del rione era il problema sentito fortemente dal Consiglio co che nella seduta del 28 febbraio 1886
considerava le mura di Roma (quelle aureliane in questo caso) un monumento storico della più grande importanza e ordinava tutti i prov che valessero alla loro conservazio deliberando che il nuovo quartiere nella già villa Ludovisi sorgesse a distanza non minore di 16 metri dalle mura di Belisario, in contrasto col piano regolatore del 1873 che prevedeva un viale interno lungo le mura largo 40 metri. Tut l'assessore Balestra e l'impresa edificatri- ce limitarono arbitrariamente la larghezza del via a soli 9 metri, ma la giunta fece sospen i lavori di costruzione al fine di far rispet le volontà del Consiglio. Dal «Cracas» del 23 giugno 1888, pag. 154, si apprende che il pomerio interno al rione Ludovisi è stato di di utilità pubblica e che si sono impo le necessarie espropriazioni. È chiaro che dove erano state tracciate delle vie (alcune già esistenti entro la villa Ludovisi) si imponeva una sollecita costruzione di edifici che le fian per non lasciare la desolante vi di quelle zone inedificate nell'interno delle mura, e perciò gli spazi liberi furono ben presto occupati dall'ingordigia delle ditte co I confini in poco volger di anni furo così stabiliti: via Vittorio Veneto - via S. Isi - via degli Artisti - via Francesco Crispi - via di Porta Pinciana - porta Pinciana - mura urbane - via Piave - via Calabria - via Boncom- pagni - via Lucullo - via di S. Basilio - via Vit Veneto. La superficie è di mq. 325.150 e la popolazione residente ammonta a 27.619 unità. Lo stemma del rione Ludovisi è rosso a tre bande d'oro ritirate nel capo e un dragone d'oro reciso in punta.