Fontana del Nettuno
Dove e Collocata: |
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Piazza Navona |
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Zona: |
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Parione |
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Autore: |
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Della Bitta- Zappalà |
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Committente: |
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Vari |
Contemporaneamente alla fontana dei Tritoni, che divenne più tardi del Moro, Gregorio XIII fece erigere all'altro capo di piazza Navona una seconda fontana, identica nella forma alla prima, con la sua bassa vasca mistilinea in marmo bianco, e l'altra interna, più alta, in portasanta.
Questa seconda fontana, però, doveva restare fino a dopo il 1870 allo stato di semplice vasca, perchè nessuno aveva provveduto a deco¬rarla in maniera da renderla simmetrica a quella del Moro. Fu dopo il '70 che si decise di completarla, e in questo intento venne bandito un concorso di cui Ugo Fleres rievocava le strane vicende in un suo inte¬ressante articolo del febbraio 1924. Al concorso la giuria scelse il boz¬zetto di un vecchio scultore, il Della Bitta; ma il Circolo Artistico si oppose risolutamente a quel voto, e additò come meritevole della ese¬cuzione il bozzetto di uno scultore siciliano, allora circa quarantenne, Gregorio Zappalà.
Si discusse a lungo, si polemizzò animatamente, e si venne alla fine ad un jmrioso accomodamento : la statua centrale, quella che si raffronta al Moro dell'altra fontana, e cioè il Nettuno che con il tridente si difende vittorioso contro una piovra, venne fatto eseguire al Della Bitta, vinci¬tore del concorso per voto legale; e i gruppi decorativi tutto intorno, corrispondenti ai gruppi di tritoni con le buccine dell'altra fontana, vennero affidati allo, vincitore della gara secondo il voto degli artisti romani.
Molto giustamente osservava il Fleres, che dopo più di mezzo secolo non abbiamo ragione di lagnarci di questo accomodamento, che ci ha conservato i gruppi decorativi dello Zappalà, pieni di eleganza e li grazia, certo superiori alla figura centrale, la quale sembra eseguita molto tempo prima. Di questi vivaci e floridi gruppi lo Zappalà aveva tratto l'idea da una fontana di Messina, opera di fra Giovanni Montor- soli; idea o reminiscenza involontaria, come quasi tutte le ispirazioni degli artisti.
Lo Zappalà, modesto e valoroso' si ritirò a Messina già maturo d'anni, e vi morì nel disastro del 1908, che distrusse anche la ispiratrice fontana cinquecentesca del Montorsoli. Nessuno avrebbe forse ricor¬dato pili il nome dello Zappalà, se Ugo Fleres non lo avesse opportu¬namente rievocato nel suo scritto del 1924.
Alle graziose figure delle sirene, lo scultore siciliano aggiunse con fine gusto decorativo i putti che si trastullano con i delfini, le conchi¬glie e vari attrezzi pescherecci, completando armonicamente gli otto
gruppi che circondano il robusto e pugnace Nettuno del Della Bitta.
Tra la fontana del Nettuno e quella grande ili mezzo, era situato un abbeveratoio per uso pubblico, fattovi porre da Gregorio XIII.
Comedi è detto, ai tempi di papa Boncompagni la fontana grande di mezzo non era ancora quella berniniana dei Fiumi, eretta sessanta o settantanni dopo; ma la vastissima conca rotonda di marmo mischio orientale, descritta nei versi romaneschi del Peresio.
L'abbeveratoio fatto costruire da Papa Gregorio XIII era una grande urna antica di marmo pentelico, trovata nella casa dei Galli, esistente già nel vicolo dei Leutari, presso la Cancelleria.