Terme di Caracalla - ROMACITTAETERNA

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Le Terme di Caracalla o Antoniniane , ciclopico complesso di ruderi formante una delle più impressionanti e pittoresche visioni di Roma antica. Costruite da Caracalla tra il 212 e il 217, circondate da un recinto esterno ad opera di Eliogabalo e Alessandro Severo, restaurate da Aureliano, erano le più splendide di Roma. Funzionavano ancora nel sec. VI, quando furono rese inutilizzabili dai Goti di Vitige per la distruzione degli impianti idrici, che erano di una straordinaria perfezione. La planimetria segue il tipo stabilito fin dal II sec. dell'Impero: un grande corpo di fabbrica centrale, circondato da giardini, entro un vastissimo recinto rettangolare, con esedre, sale e altri ambienti accessori. Occupavano uno spazio quadrato di c. 330 m di lato; l'edificio centrale misurava m 220 X 114.
L'ingresso si apriva sulla via Nova, parallela all'Appia. Si entra nel frigidarium, immenso salone rettangolare occupato quasi per intero dalla piscina. Al di là del frigidario e parallelo ad esso, si apre il tepidahum, altro immenso salone, collegato alle estremità, attraverso esedre, con le grandiose palestre. A metà del lato lungo del tepidario, per un secondo tepidahum, o cella media, assai più piccolo, si passava nel calidarium, salone circolare di m 35 di diametro, in gran parte diruto e occupato dalle attrezzature del palcoscenico del teatro estivo. Ai lati , e attorno alle palestre, numerose sale, rettangolari o absdidate, per la ginnastica o per i servizi. Al di là della vasta spianata di fronte al calidarium le rovine dello stadio, fiancheggiato da biblioteche; a destra e a sinistra, resti di esedre, portici e sale per vari usi.
Si crede che lo stabilimento contenesse bagni singoli e vasche in comune per un complesso di 1600 bagnanti alla volta. Ammirevoli la struttura laterizia e l'audacia e novità delle forme architettoniche, alcuni particolari della pianta escogitati per la destinazione dei locali e i sistemi di riscaldamento. Oltre ad essere tutte rivestite di marmi policromi e di metalli, animate da getti d'acqua, queste terme avevano una decorazione scultorea delle più sfarzose: i più celebri marmi della collezione Farnese (nel Museo Naz. di Napoli), provenda qui: l'Ercole di Glicone, il gruppo del Toro Farnese, la Flora, ecc.; come pure i grandi mosaici atletici già nel Museo Lateranense.

Sul posto non rimane della decorazione che qualche elemento architettonico e notevoli resti di mosaici pavimentali: notare il gusto fastoso dell'ornamentazione, che si vale anche di elementi figurati frammisti a quelli floreali, come nei capitelli compositi con figure di divinità (esposti nell'ambiente della palestra O). All'angolo NO si può visitare, a richiesta, parte dei vastissimi locali sotterranei delle Terme, già adibiti a vari usi, tornati in luce negli scavi del 1911. In uno dei sotterranei fu trovato un mitreo, simile ad altri scoperti in Roma, notevole per la sua integrità.
Durante l'estate si svolge fra le rovine delle Terme di Caracalla una stagione di spettacoli lirici: un'imponente gradinata lignea per gli spettatori e speciali attrezzature permettono l'organizzazione di spettacoli ad alto livello.A sin. del nicchione d'ingresso di S. Maria degli Angeli, grandiose muraglie in laterizi delle Terme, in parte manomesse: subito a sin., maestoso portale a bugne con lapide e stemma di Clemente XIII, che adattò i locali interni a deposito annonario dell'olio (1764); più a sin., l'ingresso alla Facoltà di Main alto, presso l'angolo di via Cernaia, stemma di Gregorio XIII (1575) e lapide relativa alla costituzione dei magazzini annonari del grano; in via Cernaia, stemma di Paolo K(1609), con lapide ricordante l'ampliamento dei magazzini.
All'esterno della cinta NO delle Terme, sul tracciato della via Parigi, al di là del Planetario e parallela alla via Cernaia, è recentemente venuto in luce un insieme di strutture romane di epoca pre-dioclezianea, appartenenti ad un nucleo urbano parzialmente demolito ed interrato per dar luogo al complesso delle Terme. I ritrovamenti comprendono: lo sviluppo di un edificio absidato con strutture in elevato a pilastri di blocchi di travertino; perimetri di edifici in muratura di « opus reticulatum » di tufo o di mattoni a cortina, o di getto; porzioni di strade pavimentate in basolato di selce; pavimentazioni in tesselcon disegni geometrici a bianco e nero, di età repubblicana; decorazioni pittoriche parietali.
All'inizio della via Parigi sorge una colonna romana con in alto una caravella bronzea, simbolo dell'antica Lutezia e donata dalla città di Parigi, qui eretta nel 1961 per celebrare il « gemellaggio » fra Roma e la capitale francese. Più avanti, a sin., il Pai. della Società Immobiliare, di A. Ressa (1958).
Si prende a d. di S. Maria degli Angeli, fra aiuole, fino all'angolo delle imponenti muraglie delle Terme, continuando poi a sin. fino al fondo del viale, ove a d. è l'ingresso al "Museo Nazionale Romano o delle Terme . La cospicua raccolta è tra le più importanti del mondo, e fu inaugurata nel 1889, con oggetti rinvenuti dopo il 1870. Da allora essa venne accresciuta con le antichità del Museo Kircheriano e del grande Museo Ludovisi, acquistate nel 1901. Occupa gran parte dell'ex convento dei Cerdi S. Maria degli Angeli, costruito in mezzo agli avanzi delle Terme, su disegno, dicesi, di Michelangelo, ma probabilmente di un suo seguace.



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