<br /> - ROMACITTAETERNA

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Nell'antichità si possono trovare innumerevoli altri esempi di tecniche crittografiche impiegate per la protezione di segreti, soprattutto militari. La più famosa è sicuramente il cosiddetto cifrario di Cesare
                                                                    
descritto da Svetonio  ne Le Vite dei Cesari.
Per comunicare con i suoi generali, Cesare scambiava ogni lettera del messaggio con quella che si trovava più avanti nell'alfabeto di un certo numero di posizioni. Supponiamo, ad esempio, che il numero in questione sia 3: la A diventerà una D, la B diventerà una E, la C una F e così via. Cifrare a mano il testo:
ROMA
con il metodo impiegato da Cesare è facilissimo. In pochi secondi si ottiene il risultato:
URPD
Il cifrario di Cesare, di fatto, prevede la riscrittura in un altro alfabeto, derivato da quello originale con il meccanismo di sostituzione appena descritto. Per questo motivo viene definito cifrario monoalfabetico (l'alfabeto cifrante infatti rimane sempre lo stesso) a sostituzione. L'altra tecnica fondamentale della crittografia è la trasposizione, ovvero lo scambio della posizione dei caratteri: i cifrari basati sulla trasposizione generano in effetti un complicatissimo anagramma del testo in chiaro.
La procedura usata da Cesare oggi è considerata assolutamente elementare, e la sanno usare persino i bambini, ma assicurava una protezione sufficiente in un'epoca nella quale erano poche le persone che sapevano leggere e scrivere. Il cifrario di Cesare, per quanto semplice, permette di fare la conoscenza degli elementi basilari di un sistema crittografico:
o un testo in chiaro da proteggere (ROMA);
o un algoritmo di cifratura,cioè il metodo generale con cui si trasforma il testo in chiaro, in questo, caso, la sostituzione di ogni carattere con una lettera posta più avanti nell'alfabeto;
o una chiave, ovvero l'informazione che permette di "far funzionare" l'algoritmo crittografico. Nel nostro esempio la chiave è il numero 3, che è il numero di posizioni di cui deve avanzare ciascuna lettera del testo in chiaro;
o il risultato della trasformazione, cioè il testo cifrato (URPD).

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