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Un esercito di ricchi

Roma Antica > Governo


Durante i secoli di espansione nella penisola italiana, e quindi nei primi secoli della repubblica, le crescenti necessità militari imposero che anche i plebei venissero inquadrati nell'esercito insieme ai patrizi, con un sistema di reclutamento non più basato sulle distinzioni di nascita fra patrizi e plebei, ma sulla ricchezza.
Siccome il servizio militare non era retribuito dallo stato, ed ogni soldato doveva provvedere a sue spese anche dell'equipaggiamento (armi, armature, cavalli ecc.); chi non possedeva niente e viveva soltanto del proprio lavoro non avrebbe potuto certamente acquistare le armi ed abbandonare nella miseria mogli e figli per recarsi a combattere lontano da casa per mesi o per anni. Perciò i cittadini romani furono divisi in varie classi, a seconda della loro ricchezza.
Alla prima classe vennero iscritti i più ricchi, all'ultima i nullatenenti o proletari (cioè coloro che possedevano soltanto la prole, i figli); questi naturalmente erano esenti dal servizio militare. Le classi chiamate alla leva furono ulteriormente divise in vari gruppi di cittadini, detti centurie, perché ognuno di essi doveva fornire un contingente di cento uomini, equipaggiati e armati di tutto punto. I plebei più ricchi, insieme ai patrizi più ricchi, vennero iscritti nella classe dei cavalieri che richiedeva un equipaggiamento molto costoso.

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