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Roma Antica > Monumenti
Il Pantheon ("tempio di tutti gli dei") è un edificio di Roma antica, costruito come tempio dedicato alle divinità di tutte le religioni. I Romani lo chiamano amichevolmente la Rotonna ("la Rotonda"), dal nome della piazza antistante.
La parola Pantheon è a tutti gli effetti un prestito greco che la lingua italiana ha mantenuto per tramite del latino.
Il Pantheon,( vedi filmato) eretto a Roma (c. 118-128) sotto l'imperatore Adriano, è il meglio conservato e il più imponente di tutti gli edifici romani. Ha esercitato un'enorme influenza su tutta l'architettura occidentale. Il Pantheon afferma in maniera grandiosa e solenne il principio della chiara definizione volumetrica dello spazio interno, principio che diventerà dominante in tutta la successiva architettura romana.
Fu progettato e costruito sotto Adriano in sostituzione di un tempio innalzato da Agrippa nel 25 a.C., come attesta l'iscrizione sul fregio del pronao riferita all'edificio originario. La costruzione attuale è un immenso tempio ad aula circolare interamente coperta da una cupola emisferica, preceduto da un porticato che si apre sul fronte con un pronao di derivazione greca con otto colonne corinzie che sostengono il timpano. In origine l'insolita giustapposizione di questi tre diversi elementi era equilibrata da un foro di forma rettangolare che si apriva davanti al tempio. Il Pantheon è una struttura apparentemente semplice ed è costituito da un tamburo cilindrico che sostiene una calotta emisferica il cui diametro interno è di m 43,20. Poiché il diametro interno della cupola corrisponde esattamente all'altezza da terra della sommità, prolungando idealmente la curvatura della volta si ottiene una sfera perfetta, tangente al pavimento, che simboleggia la sfera del cielo con evidente riferimento alle divinità cui il tempio è dedicato: Pantheon infatti significa tempio "di tutti gli dèi".
La struttura è realizzata in conglomerato cementizio rinforzato con fasce di laterizio vetrificato. La forza peso si scarica lungo la cupola e si distribuisce nel tamburo attraverso archi di scarico incorporati nella muratura. Nello spessore della muratura del tamburo (m 6,10) si apre una serie di nicchie di forma alternativamente rettangolare e semicircolare: in tal modo il tamburo si trasforma in un insieme di grossi pilastri di sostegno, riducendo così il peso proprio della struttura senza diminuirne la funzione resistente. Il peso della calotta e quindi l'intensità delle spinte sono stati ridotti variando la densità dei materiali che compongono l'impasto cementizio: si passa infatti dalla pomice nella parte superiore della cupola al tufo nella parte mediana e al basalto nelle fondazioni.
L'effetto di chiusura e di pesantezza della volta viene diminuito dai profondi cassettoni che rimpiccioliscono gradualmente verso la grande apertura centrale, l'oculus, occhio, dal diametro di m 9,10. Poiché l'occhio è un foro a cielo aperto, il pavimento è di forma leggermente concava con un'apertura di drenaggio al centro. L'edificio fu poi trasformato in chiesa cristiana (S. Maria Rotonda) nel 609 e ciò ha contribuito a salvarlo dalla distruzione. E' l'unico edificio romano che conserva ancor oggi il rivestimento marmoreo, i mosaici e gli stucchi; le enormi porte bronzee (alte m 7) sono le più grandi fra le porte romane rimaste.