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Roma Antica > Governo
Nell’anno 14 d.C. Augusto dettò questa breve sorta di autobiografia che fu incisa su tavole di bronzo poste nel Monumentum Arcyranum, il tempio che gli abitanti di Arcyra (Ancara) edificarono in onore di Augusto. L’epigrafe ha il valore di un testamento politico; in essa sono espressi alcuni dei principi costituzionali su cui si basò l’ impero.
‘‘All’età di diciannove anni, per la mia personale decisione e a mie spese, reclutai un esercito col quale liberai lo stato oppresso dal dominio di una fazione [i seguaci di Antonio]. Per questo mio merito il senato con decreti onorifici mi elesse nell’ordine suo, dandomi contemporaneamente il grado consolare, con il diritto di veto, e mi investì del comando militare. Dispose che io, in qualità di propretore, insieme coi consoli, provvedessi affinché lo stato non subisse alcun danno. Il popolo, il medesimo anno, mi nominò console e triumviro con l’incarico di riordinare lo stato ... Combattei spesso, in tutto il mondo e, vincitore, perdonai a tutti i cittadini che chiesero grazia. Fecero a me il giuramento militare circa 500 mila cittadini.