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Roma Antica > Esercito
La marina da guerra servì anche a combattere i pirati. L'impiego di unità militari non deve stupire perché i pirati che infestavano il Mediterraneo, specie nell'ultimo secolo della repubblica, non erano piccole ciurme di predoni del mare che agivano isolati, ognuna per proprio conto, aggredendo prede occasionali e poi fuggire senza lasciare traccia. Questi pirati costituivano un'unica, formidabile organizzazione ed erano uniti fra loro da un profondo vincolo di solidarietà, proprio come i cittadini di una nazione. La loro patria era il mare e del mare erano una "grande potenza".
Dalle spiagge dell'Africa settentrionale alle isole della Dalmazia, a Creta, alle coste frastagliate dell'Asia Minore, dappertutto avevano un'infinità di basi di rifornimento, di arsenali, di rifugi. Le loro navi, leggere e veloci, battevano il mare organizzate in flotte al comando di veri e propri ammiragli, e in questo modo erano in grado di conquistare e saccheggiare vasti territori e popolose città. Il mare così infestato era impraticabile, ogni commercio cessò. Nel 67 a.C. il senato affidò a Pompeo l'incarico di liberare il Mediterraneo dai pirati. L'impresa fu portata a termine a tempo di record: in pochi mesi i terribili predoni furono spazzati via e le rotte tornarono a essere sicure.